Topolino 3227 è un numero che alterna belle prove a storie tutto sommato rivedibili. Spicca su tutti l’episodio finale de Zio Paperone e il deposito sotto stato di A.S.S.E.D.I.O. per merito degli ottimi Vito Stabile e Pietro B. Zemelo.
Sul Topolino 3227 tornano le storie dedicate alla Scienza del ciclo Comic&Science; questa volta tocca a Topolino e l’oscura macchia nera scritta da Fausto Vitaliano e disegnata da Alessandro Perina. La storia tutto sommato è gradevole, nonostante l’atteggiamento – a volte troppo – didascalico tipico di questo ciclo di fumetti. Restano tuttavia alcuni buchi – neri, verrebbe da dire – nella sceneggiatura risolti in maniera un po’ approssimativa. Non il miglior Vitaliano, ecco.
Topolino 3227 vede anche la conclusione de Zio Paperone e il deposito sotto stato di A.S.S.E.D.I.O. con un finale degno dei precedenti episodi. Vito Stabile e Pietro B. Zemelo hanno costruito una gran bella storia celebrativa del Deposito più famoso del mondo. Punto di forza è l’uso calibrato e mirato di tutti i numerosi personaggi che prendono parte alla vicenda. Stabile e Zemelo si confermano – come ha detto la direttrice De Poli – gli sceneggiatori del futuro. Nota di merito anche ai disegni di Federico Franzò.
Paperino e l’equivoco R.O.N.F è la terza storia del Topolino 3227, scritta da Monica Manzoni e illustrata da Maurizio Amendola. La storia è una breve come tante, di quelle che non guastano quasi mai. Segue poi un nuovo appuntamento con i mini gialli: Rapina a domicilio. Lo stile delle brevissime di Marco Bosco è più o meno invariato nel corso della serie. Probabilmente il fatto di avere poche pagine a disposizione mal si sposa col genere giallo: se ci sono solo i poliziotti, la vittima e un altro tizio, è ovvio chi sia il colpevole…
Topolino 3227 si conclude con una storia danese scritta da Andreas Pihl e disegnata da Flemming Andersen: Paperinik e l’ombra su Isola del Sole. L’insolita accoppiata Paperinik e Pico de Paperis non è male, ma la storia è scritta in maniera pessima, o comunque fuori dal nostro tempo: le didascalie “Pico non sa che Paperino è Paperinik” oppure “Archimede è l’unico a conoscere la vera identità di Paperinik” sono un punto davvero basso della sceneggiatura. Senza dimenticare un cattivo che è cattivo… perché sì! I disegni, invece, sono molto particolari: a tratti sono guardabili, a momenti invece sono un pugno in un occhio. Storia bocciata – come praticamente quasi tutte le danesi.
Nel complesso Topolino 3227 si merita la sufficienza piena.